Non si cresce con queste sconfitte
“Queste sconfitte aiutano a crescere”, ha dichiarato il CT Antonio Conte, intervistato al termine del match contro il Portogallo. Un refrain che, specialmente in amichevole, spesso viene utilizzato e che poche volte come questa sera ha assunto le sembianze di un luogo comune da dopopartita. Difficile infatti pensare che una partita come quella disputata allo Stade de Geneve possa dare spunti di crescita, dopo una prestazione decisamente meno incoraggiante di quella di Spalato. Il 4-3-3 messo ancora una volta in campo, anche nel computo totale dei due match di questa tornata, è, tra i tre moduli principalmente utilizzati, quello che meno ha restituito a livello di produzione offensiva. Nel primo anno sotto la gestione dell’ex allenatore della Juventus, le cose migliori in avanti si sono viste con l’interscambio tra due attaccanti di movimento come spesso sono stati Immobile e Zaza, soluzione evidentemente non praticabile con l’assetto con due esterni e una sola punta centrale, sia con la difesa a 3 che con il pacchetto a 4. Anche dietro, dove già la qualità non abbonda, si comincia a vedere qualche distrazione di troppo, come certificato dai 5 gol subiti nelle ultime 4 gare, mentre a centrocampo ancora non si è trovato un assetto definitivo, non avendo ancora scelto tra qualità difensive di De Rossi, la qualità di Pirlo e la freschezza di Verratti. L’idea di provare con due uomini per fascia è apprezzabile ma per ora non ottimamente realizzata e l’assetto intermedio, il 4-4-2 visto a Genova contro l’Albania, parrebbe un compromesso ideale tra i due sistemi. Ma al di là del sistema di gioco, oggi si è tornato anche a vedere poca, troppo poca intensità per vincere una partita comunque importante per il ranking FIFA e per la possibilità, ormai sfumata, di essere testa di serie al sorteggio per le qualificazioni ai Mondiali di Russia 2018 in programma il prossimo 25 luglio a San Pietroburgo. Una prova dunque davvero negativa, sotto tutti i punti di vista, che chiude un’annata di ricostruzione, la prima metà di un percorso relativamente breve che porta all’Europeo, ma anche il primo anno del nuovo inizio dopo quanto accaduto in Brasile. Una ricostruzione che è stata certamente avviata sia sul piano del gioco, a tratti comunque positivo, che su quello dei risultati (il secondo posto nel girone di qualificazione, con lo scoglio-Croazia già superato e tre partite in casa più la trasferta in Azerbaijan ancora in calendario, appare abbastanza solido) ma che, andando oltre il luogo comune, non può certo essere aiutata da serate come questa.