Conte comanda, gli azzurri eseguono
Dal 19 agosto del 2014, l’Italia calcistica aveva una sola certezza: una grossa fetta del rendimento nel Campionato Europeo sarebbe passato dalla capacità di Antonio Conte di infondere ai suoi la maggiore quantità di conoscenze, di programmare al meglio possibile una serie di calciatori di capacità nella norma, con qualche punta di qualità e qualche ombra di mediocrità, per disporne come meglio avrebbe potuto una volta atterrato in Francia. Da questo punto di vista, decisivo veniva considerato il periodo in cui il CT avrebbe avuto a disposizione la rosa per più della settimana concessa per le varie gare di qualificazione: evidentemente il ritiro ha reso, visto quanto gli uomini in campo hanno eseguito con precisione quanto chiesto dall’allenatore. Giocate, come già detto, anche semplici, banali (esiste un’arma offensiva più leggibile del lancio lungo dalla difesa o una combinazione più logica dell'uno-due tra le punte?), effettuate, pur con il grave handicap di precisione individuale più volte evidenziato, in modo talmente meccanico, scientifico, rigoroso, da risultare efficaci anche contro avversari di ben altro livello tecnico, seppur schierati male in campo. Schierato perfettamente è stato il 3-5-2 di Conte, a tratti spettacolare (sì, spettacolare) quando inquadrato dall’alto, ben poco rassomigliante ai 5-3-1-1 che tempestano il nostro campionato, almeno finché c’è stata benzina da bruciare nel carburatore. Ed ecco dunque i focolai di preoccupazione, che non devono essere spenti ma controllati, come un incendio che brucia i rifiuti: il secondo tempo ha chiaramente evidenziato come sia quantomeno complesso reggere una gara intera a quei ritmi, sovrasfruttando gli esterni (bravissimi a occupare il campo in ampiezza fino all’ultimo centimetro disponibile, aprendo la difesa del Belgio) chiamati a un doppio lavoro pesante sia per laterali offensivi come Candreva che difensivi come Darmian. Non ci sarà sempre, almeno nella fase a eliminazione diretta alla quale l’Italia ha già messo un piede, qualificandosi anche le quattro migliori terze su sei, un allenatore avversario povero di idee e frettoloso nei cambi come Wilmots e i cartellini - ben quattro, con due centrali su tre destinatari di gialli - potranno avere il loro peso. La medicina più economica si chiama turnover, ma sappiamo bene quanto in una competizione come un europeo conti puntare su un undici ben definito, da limare solo con piccole modifiche: la nuova missione di Conte sarà ricalibrare le risorse e trovare la formula vincente non solo per la singola partita, ma per un viaggio che si spera possa durarne sette.