Missione compiuta: l'Italia cambia pelle e stacca il biglietto per il Brasile
Pratica chiusa. Per la prima volta con due turni di anticipo rispetto alla fine della fase di qualificazione, l'Italia ottiene accesso al Mondiale e lo fa battendo per 2-1 la Repubblica Ceca in una partita con meno storia di quanto lo striminzito risultato possa lasciare intendere: sicuramente un segnale molto positivo per una squadra che negli ultimi mesi aveva mostrato più praticità che fluidità di gioco, elemento essenziale quest'ultimo nel primo biennio del ciclo Prandelli, concluso con la finale di Kiev contro la Spagna.
Gli Azzurri, per la prima volta da diverso tempo, sono tornati a a giocare con autorevolezza e voglia di prendere in mano il pallino in mano sin dai primi secondi, posizionandosi stabilmente nella metà campo ceca. Il 3-4-2-1 scelto da Prandelli ha però lasciato eccessivo spazio, soprattutto sulle corsie esterne, al contropiede della squadra di Bilek, che già ci aveva spaventato con le ripartenze nella gara di andata a Praga e che proprio con un'azione di rimessa si è portata immeritatamente in vantaggio con la conclusione Kozak sul bel traversone di Jiracek. Il CT di Orzinuovi ha dunque rapidamente fatto retromarcia, riconsegnando De Rossi alla mediana, tornando al 4-3-2-1 e facendo così in modo di proseguire nella spinta offensiva, divenuta quasi schiacciante nella seconda metà del primo tempo con ben cinque nitide palle gol create, tra cui le due clamorose sprecate da Balotelli nel giro di 60 secondi. Proprio la stoccata del numero 9 azzurro rientrato dalla squalifica è stata la mancanza principale nel primo tempo degli Azzurri, che nella ripresa hanno però subito risistemato le cose, con il colpo di testa del padrone di casa Chiellini e il ventesimo rigore trasformato in carriera da Balotelli a rimettere il risultato su binari maggiormente conformi a quanto visto in campo, anche grazie all'ingresso di Osvaldo (per Giaccherini) che ha ulteriormente dato profondità all'offensiva. Il calo di intensità - già visto venerdì scorso a Palermo - della ripresa non ha spaventato Buffon e compagni, che hanno guidato la barca in porto col vessillo e staccato dunque il biglietto per il Brasile.
Altra piccola grande soddisfazione per Cesare Prandelli, che, nonostante un cammino non così autorevole quanto fu quello che portò in Polonia e Ucraina, ha conquistato un'altra qualificazione che non è mai stata in dubbio e che gli permetterà di effettuare esperimenti, oltre che nelle amichevoli, spesso giocate sottotono, anche in gare vere, come quella contro la Danimarca che insegue ancora un posto nel barrage di novembre. Ci sarà anche da decidere un modulo di riferimento, visto l'utilizzo della difesa a 3, del 4-3-1-2, del 4-3-2-1 e del 4-3-3 nel post-europeo, ma la gara di oggi ha fatto vedere un'Italia capace anche di cambiare pelle - in meglio - nel corso della stessa gara, elemento un po' mancato un po' in tutto il ciclo. Ci sarà comunque tempo, più di quello che ci si potesse aspettare: agli Azzurri il compito di sfruttarlo al massimo.