L'Italia va un passo alla volta
La quinta vittoria con minimo scarto dell'Italia di Conte (il quarto 1-0, contando anche l’amichevole di Genova con l’Albania, che si somma al 2-1 di un anno fa sempre a Palermo con l’Azerbaijan) consegna tre punti vitali per come si sta configurando la situazione del gruppo H e non solo. Bisognerà attendere le due gare di ottobre per chiudere definitivamente i conti, con Norvegia (che affronteremo all’Olimpico dopo la sfida di Baku con l’Azerbaijan). a due punti di distanza, e Croazia, indietro di quattro lunghezze (in attesa della decisione sulla restituzione o meno del punto di penalizzazione), che non molleranno fino alla fine e i 15 punti raccolti dall’Ucraina nel gruppo C, contro i 18 degli azzurri, che non assicurano ancora l’eventuale qualifica di miglior terza (in caso di doppio sorpasso subìto, ovviamente) e quindi il biglietto per la Francia.
Ma andando oltre la classifica, questa sera si è vista una squadra più sul pezzo rispetto a quella di giovedì contro Malta: Conte sembra aver scelto definitivamente il modulo 4-3-3 e il campo stavolta ha risposto in maniera abbastanza convincente sul piano del ritmo e dei movimenti. La scelta di Candreva sulla fascia destra, al posto di un mancino come Gabbiadini, in campo a Firenze, ha dato maggiore equilibrio e ampiezza a una manovra discretamente veloce e sufficientemente precisa nella sua fase iniziale e intermedia. I dolori continuano però ad arrivare nell’ultimo terzo di campo, dove le idee hanno scarseggiato meno che in passato ma dove il killer-instinct continua a mancare in modo preoccupante, a causa, come spesso ripetuto di materiale umano di qualità inferiore rispetto a quello di altre realtà. Qualità che invece è prerogativa di Marco Verratti, forse alla sua miglior gara in maglia azzurra: sempre nel pieno del gioco, probabilmente la libertà di non dover condividere la regia con Pirlo lo ha liberato e gli ha permesso di dire del tutto la sua, con un piede magari meno delicato rispetto a quello maestoso del regista del New York City, ma con più dinamismo e presenza anche in fase di non possesso. Un elemento ormai davvero completo, a cui sarebbe un peccato non consegnare le chiavi della mediana azzurra, anche da mezzala, ruolo che occupa a Parigi e che oggi ha ricoperto con grande efficacia.
Anche stasera, tuttavia, qualcosa è andato storto sul piano comportamentale: scontato dire che episodi come l’espulsione di De Rossi possono mettere in difficoltà anche in modo decisivo l’intera squadra, e che da un centenario come lui ci si aspetta che questo non accada. Un altro passo, oltre a quello mosso in classifica, da compiere per arrivare in Francia almeno sulla scia delle rivali più accreditate.