Inizia il viaggio, la marcia è quella giusta
Tante conferme dall’Ullevaal Stadion di Oslo per l’Italia di Antonio Conte, che batte senza eccessivi patemi la Norvegia per 2-0 e innesta subito la marcia giusta nel viaggio che porterà all’Europeo francese del 2016. Gli Azzurri hanno mostrato ancora una volta una chiara identità di gioco, alternando momenti di grande intensità e pressione in fase offensiva e di grande compattezza in fase difensiva, non rischiando nulla e non trovando difficoltà nell’arrivare in zona gol.
Gli elementi cardine della squadra sono già emersi in modo piuttosto netto: le qualità di impostazione di Leonardo Bonucci (e di Davide Astori, spesso chiamato a iniziare l’azione dal settore sinistro), la tenacia di Daniele De Rossi, la ricerca gli esterni e la grande mobilità degli attaccanti Immobile e Zaza, perfetti per interpretare questo sistema di gioco. Ogni reparto ha fatto vedere di sapere come comportarsi in ogni situazione, ogni giocatore ha mostrato di aver recepito i compiti da svolgere nelle due fasi di gioco.
Posta in questo modo potrebbe sembrare di aver assistito a una prestazione perfetta. Così non è: prima di tutto per la non eccelsa qualità degli avversari di stasera, poi per qualche momento della partita in cui è scesa l’intensità e gli scandinavi hanno potuto giostrare eccessivamente il pallone nella metà campo avversaria. Il raddoppio di Bonucci ha spento le velleità dei padroni di casa e aperto gustosi spazi in contropiede, ma prima del gol della sicurezza si è visto anche un eccessivo e pericoloso leziosismo in fase di impostazione, con qualche pallone perso di troppo che con avversari di maggiore cabotaggio sarebbe potuto costare qualcosa in più.
In pochi comunque si aspettavano un inizio così convincente dell’era Conte dopo l’incubo brasiliano. Il calendario ora regala due sfide decisamente abbordabili contro Azerbaijan e Malta, in cui accumulare punti, proporre qualche esperimento, come la difesa a quattro, utilizzata da Conte nella prima parte del suo periodo juventino, oltre che a Bari e a Siena, e risolvere sul nascere qualche possibile equivoco tattico come la coesistenza tra De Rossi e Pirlo, all’apparenza complicata viste le caratteristiche richieste da Conte agli intermedi di centrocampo. Ci sono quasi due anni di tempo, sarà bene arrivare in Francia con le idee chiare.