Gli Azzurri soffrono, ma ora il Mondiale è davvero a un passo
Tre punti di fondamentale importanza quelli conquistati al Barbera dall'Italia di Prandelli contro la Bulgaria, diretta avversaria per il primato del Gruppo B cacciata a ben 7 punti di distacco a tre turni dal termine. La qualificazione a Brasile 2014 sembra dunque ipotecata, nonostante tanta sofferenza nella parte finale di gara, quando la squadra di Penev è più volte andata vicina al pari, che forse avrebbe anche meritato viste per quanto visto nei 90 minuti di gioco.
C'è da dire chedagli Azzurri, con le assenze di elementi fondamentali come Marchisio (infortunato), Balotelli e Montolivo (squalificati) e di un altro centravanti di movimento come Osvaldo (che scontava la terza giornata di sospensione dopo il rosso contro la Danimarca dello scorso ottobre) non ci si poteva aspettare una prova brillante sul piano offensivo, e per la condizione atletica ancora approssimativa di molti elementi confermata dagli infortuni e dall'affanno finale, e per la presenza di Gilardino al centro dell'attacco al posto di una punta più mobile che potesse aiutare la squadra a giocare il pallone. Ne stava uscendo comunque fuori una gara che si stava assestando su binari abbastanza classici: avversari più deboli tecnicamente molto chiusi, iniziale fatica a trovare gli spazi giusti, gol apriscatole - il diciannovesimo in azzurro di Alberto Gilardino - dopo un progressivo guadagno di campo e possibilità di chiudere la gara sullo slancio del vantaggio trovato. L'intervallo ha però riconsegnato al pubblico siciliano un'Italia che non ha proseguito sull'abbrivio del finale di primo tempo, spegnendosi via via in avanti - nonostante l'ingresso di Giaccherini per Insigne, che ancora deve trovare continuità nell'arco dell'intera gara - e poi anche nelle retrovie, con una Bulgaria che ha disinnestato il freno a mano e che ha messo in campo nel finale tutte le forze offensive, costringendo Buffon a un paio di autentici miracoli (che hanno idealmente pareggiato i due offerti da Marchetti all'Olimpico contro l'Argentina) e abbassando notevolmente il baricentro della squadra azzurra, penalizzata anche dai KO di Antonelli e Abate, che ha dovuto stringere i denti nel finale per conservare il prezioso vantaggio, mantenuto tale fino al termine, nonostante il brivido provocato dal colpo di testa di Minev finito sull'esterno della rete proprio sul triplice fischio.
Proprio la capacità di reinventarsi in fase di contenimento della squadra di Prandelli può essere vista come piccola nota positiva della serata: in pochi casi nel ciclo del CT di Orzinuovi, escludendo le sfide con Spagna e Brasile tra Europei e Confederations Cup, l'Italia aveva lasciato agli avversari il pallino del gioco per tanto tempo come nella gara di stasera. D'altro canto, si è appalesata nuovamente la difficoltà degli Azzurri a salire in cattedra quando non supportati da adeguata condizione atletica e con qualche assenza di troppo, già riscontrata più volte in passato.
Il risultato era comunque ciò che contava stasera ed è arrivato, con il biglietto per il Brasile che potrebbe essere staccato già martedì in caso di vittoria contro la Repubblica Ceca, sconfitta clamorosamente in casa dall'Armenia ma comunque ancora in corsa per la seconda piazza che potrebbe valere un posto nei playoff. I rientri di Balotelli, Osvaldo e Montolivo dalle squalifiche, oltre ad aggiungere qualità al reparto offensivo forniranno a Prandelli ulteriori rotazioni oltre a quelle che con tutta probabilità attuerà dopo la gara di stasera.