Piscedda: «I talenti ci sono e vanno saputi riconoscere»
Massimo Piscedda, CT della B Italia, ha rilasciato le seguenti dichiarazioni ai microfoni di Tutto Nazionali sul momento del calcio italiano:
«"Il calcio deve essere rifondato" è una frase che sento da un po' di tempo - afferma il Commissario Tecnico azzurro -. L'anomalia è che il problema sia sorto dopo la mancata qualificazione della Nazionale A al prossimo Mondiale. Vogliamo ripartire dai giovani? Benissimo! In Italia ci sono e sono bravi ma, numeri alla mano, gli esordienti in Serie A nel 2016 erano 40/45 mentre nel 2017 sono scesi drasticamente a 16/18, poco meno della metà».
Non ci sono più talenti come in passato o semplicemente vengono presi meno in considerazione?
«I talenti ci sono ma devono essere riconosciuti da chi ha la competenza per farlo. Lo stesso talento, una volta riconosciuto, deve essere seguito nella sua evoluzione cercando di portarlo alla sua massima espressione, che, per quanto mi riguarda, significa Serie A e Nazionale».
Qual è, secondo lei, la ricetta giusta per ripartire?
«Ritengo che debba crescere il grado di collaborazione tra il Club Italia e le varie società professionistiche dalla quali vengono attinti i convocati. Questo rapporto deve migliorare a partire dalle Nazionali Giovanili fino ad arrivare alla Nazionale A perché se l'obiettivo è comune, comune deve essere il lavoro da svolgere accompagnato da una metodologia adeguata al nostro calcio, senza scimmiottare modelli stranieri come, purtroppo, è puntualmente successo negli ultimi anni».
La sua opinione sul rapporto tra Club Italia e società che, a volte, non sembra essere idilliaco?
«Il talento bisogna riconoscerlo e i club devono farlo maturare affinché possa essere messo a disposizione della Nazionale, che, così facendo, diventano un valore aggiunto per la definitiva formazione e affermazione in campo internazionale. A mio avviso è solamente una questione di uomini e di capacità».