Buffon: "Quella su Zidane nel 2006 la mia parata più decisiva. In finale di Confederations Cup voglio il Brasile"

07.05.2013 08:54 di  Marco Reda  Twitter:    vedi letture
Fonte: fifa.com
Buffon: "Quella su Zidane nel 2006 la mia parata più decisiva. In finale di Confederations Cup voglio il Brasile"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il portiere della Juventus e dell'Italia Gianluigi Buffon ha rilasciato una lunga intervista per il sito ufficiale della FIFA (fifa.com). Di seguito le sue dichiarazioni.

Fino ai 14 anni di età hai giocato come centrocampista difensivo. La leggenda vuole che le performance del camerunense Thomas N'Kono a Italia 1990 ti fecero venire voglia di giocare in porta. E' vero?
"Sì. Sono state le parate spettacolari di Thomas N’Kono che mi hanno fatto innamorare del ruolo. Divenne rapidamente il mio eroe, ho chiamato mio figlio Louis Thomas in suo onore. Dopo la sua nascita N'Kono mi ha chiamato per congratularsi.
Qualcuno dice che i portieri siano come il vino di qualità, migliorano con l'età".

Quando un portiere raggiunga il proprio apice?
"Non lo so. Ovviamente i trent'anni sono un punto cruciale della vita ed è lo stesso anche nello sport. Una volta passati i trant'anni si può contare sull'esperienza durante partite e allenamenti, ma bisogna lavorare duro per mantenere lo stesso livello qualitativo".

Pensi che i portieri-capitani possano compiere bene il proprio dovere, trovandosi spesso molto distanti dall'azione di gioco?
"Non ho mai creduto che essere capitano significhi solo indossare una fascia. Un vero capitano gioca un importante ruolo per la squadra in campo e negli spogliatoi, a prescindere dalla posizione in cui viene schierato".

Con quale difensore ti trovi o ti sei trovato meglio a giocare?
"Fabio Cannavaro, Lilian Thuram, Andrea Barzagli, Leonardo Bonucci e Giorgio Chiellini".

Una grande parata è importante come un goal segnato?
"Onestamente penso di sì. I portieri sanno che è difficile per loro mascherare gli errori commessi. E' una posizione che richiede una concentrazione totale. Non ci si può mai rilassare.

Qual è la parata più importante della tua carriera?
"E' molto difficile sceglierne una in particolare. Fortunatamente ne ho fatte molte. Credo che quella su Zinedine Zidane nella Finale del Mondiale 2006 in Germania sia stata probabilmente quella più decisiva".

Hai disputato circa 800 presenze a livello di club e 126 con la Nazionale italiana. Quale allenatore ha avuto il maggiore impatto su di te, capendoti meglio?
"Non vorrei risultare noioso ma credo che ogni allenatore abbia avuto un impatto decisivo sulla mia carriera. Detto ciò credo che Antonio Conte della Juventus sia stato il migliore allenatore con cui abbia mai lavorato. In poco tempo ha infuso nuova vita a una squadra che nelle due stagioni precedenti non era andata oltre il settimo posto, vincendo subito".

Quale attaccante ti ha creato più problemi?
"Zlatan Ibrahimovic è un grande giocatore che mi ha sempre impressionato e creato problemi"..

Cosa ti passa per la testa da capitano trentacinqueenne della Nazionale, quando vedi ragazzini di 19 anni giocarti a fianco?
"Che il tempo non si ferma per nessuno. Ho debuttato a 17 anni e ora ne ho 35. Non posso fermare la lancetta dell'orologio ma sono veramente in pace con me stesso e non sono dispiaciuto. Il futuro appartiene ai più giovani e sto cercando di trasmettere loro l'esperienza acquisita negli anni".

L'Italia di questi tempi gioca un calcio più offensivo. Ha abbandonato il proprio tradizionale spirito difensivo?
"Penso che sia stato trovato un bilanciamento tra solidità difensiva e quell'approccio offensivo che permette ai nostri grandi attaccanti di esprimersi al meglio, grazie all'eccellente lavoro che sta facendo Cesare Prandelli".

Vedi la Confederations Cup come una prova generale per i Mondiali 2014?
"Più che altro è un test importantissimo".

Che squadra vorresti incontrare in finale?
"Il Brasile, per la sua storia e perché è sempre eccitante affrontare la squadra di casa".